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Recensioni
La Bellezza e l’Inferno, di Roberto Saviano
di Giovanna D'Arbitrio
In tempi di Coronavirus abbiamo davvero bisogno di tanta bellezza che possa illuminare l’attuale oscurità e la lettura di buoni libri, come “La Bellezza e l’Inferno” di Roberto Saviano (Ed Mondadori), ci incoraggiano nella nostra battaglia quotidiana con il loro messaggio positivo.

Il libro inizia con la prefazione dell’autore stesso che descrive i motivi che lo indussero alla ricerca della verità come scrittore, le difficoltà incontrate nel suo percorso e infine l’incontro con significativi personaggi, testimoni concreti della possibilità di un futuro migliore non solo per Napoli, ma per tutto il mondo.

Il libro è diviso in 5 sezioni, cioè: Sud, Uomini, Business, Guerra, Nord, e all’interno di ciascuna di esse s’inseriscono indimenticabili capitoli dedicati a fatti, situazioni, eventi e persone che suscitano nel lettore profonde riflessioni. E il discorso in effetti pian piano svela i suoi obiettivi proprio attraverso una serie di personaggi-simbolo che ridonano la speranza in una Umanità diversa, ricca di quella agognata Bellezza da contrapporre all’Inferno.

Ed ecco balzare dalle pagine del libro Miriam Makeba, la compianta cantante africana che con la sua voce lottò per la fratellanza contro il razzismo, Michel Petrucciani, brillante pianista malgrado le sue fragili “ossa di cristallo”, Lionel Messi, affetto da nanismo, divenuto un grande calciatore con la sua forza di volontà, Tatanka Skatenato, alias Domenico Valentino, pugile di Marcianise, grazie alla boxe sfuggito al destino di tanti giovani meridionali, criminali per mancanza di alternative.

E ancora sfilano, attraverso le pagine del libro, Enzo Biagi, il nobile “guardiano del Faro” della democrazia, amante del fair play pur nel rispetto della Verità, e poi Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano ucciso dalla camorra, Anna Politkoskaja, trucidata per aver denunciato gli orrori della Cecenia, e tanti altri personaggi incontrati nella realtà o nel fantastico regno della letteratura, attraverso la lettura di numerosi libri, veri maestri di vita.

Personaggi come questi sono la grande forza di quella parte dell’Umanità che vuol cambiare, combattendo contro l’Inferno creato dalla corruzione di tutte le caste e mafie globalizzate che per potere e denaro seminano solo fame, guerre e malattie.

E fa bene Saviano a ribadire nei suoi libri che i mali di Napoli sono quelli del mondo e che bisogna essere bene informati sulle dinamiche che li generano. Infine mette in rilievo il potere della scrittura, soprattutto nell’ultimo capitolo “Chi scrive muore”, poiché i libri valicano le frontiere e informano la gente, ma dire la Verità spesso per lo scrittore può significare morte. In particolare paesi in cui non esiste libertà di espressione.

Nella prefazione Saviano cita Albert Camus che nel suo libro “L’uomo in rivolta” racconta la storia di un prigioniero che in un campo di concentramento aveva costruito un pianoforte ”silenzioso” con tasti di legno e, pur tra quegli orrori, riusciva a suonare una stupenda musica che egli solo poteva udire.

Camus conclude, pertanto, che “anche se gettate nell’ Inferno le misteriose melodie e immagini crudeli della Bellezza fuggita, ci arrecheranno sempre in mezzo al delitto e alla pazzia, l’eco di quell’insurrezione armoniosa che attesta lungo i secoli la grandezza umana… L’Inferno ha un tempo solo, la Vita un giorno ricomincia”.
29/3/2020
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